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Entrando nel merito del tema, vorrei evidenziare alcuni aspetti che sono (in parte) emersi durante le presentazioni di stamattina e che, a mio parere, meritano una particolare attenzione. Innanzitutto, la centralit della ricerca in s, che alla base dello sviluppo di nuove conoscenze in moltissimi settori. Poich essa procede anche per tentativi ed errori, non ce ne deve essere precluso l'uso, anche quando essa non sembra portare a dei risultati concreti o immediati. Deve invece essere incoraggiata in tutti gli ambiti in cui ci sia possibile, promuovendo cos l'eccellenza nella ricerca di base e in quella applicata. Naturalmente, ricerca e innovazione assumono un ruolo centrale nel promuovere la competitivit europea ed italiana e i processi di crescita economica e sociale di lungo periodo. Questo concetto fa parte integrante della Strategia di Lisbona per la crescita e l'occupazione. Del resto, con il nuovo ciclo di Lisbona si far molta attenzione alla realizzazione, da parte degli Stati membri e dell'Unione europea, della cosiddetta "quinta libert" (accanto alla libera circolazione di beni, servizi persone e capitali), ovvero la libera circolazione delle conoscenze. In quest'ottica, diventa importante raccordare la ricerca alle esigenze del territorio e dei sistemi produttivi, tenendo conto dei bisogni delle imprese e del ruolo degli enti ed organismi di ricerca. Questa mattina abbiamo visto il ruolo di stimolo all'innovazione estremamente rilevante, anche in termini di aumento della produttivit, che possono assumere le tecnologie dell'informazione, delle telecomunicazioni ed internet. Questo pu aiutare a raggiungere una competitivit di lungo periodo in un contesto globale caratterizzato da una concorrenza che pu contare su manodopera a basso costo o sulla presenza di risorse primarie. Si fatto anche riferimento all'importanza di agire per migliorare i collegamenti tra ricerca pubblica e settore privato al fine di accrescere la propensione delle imprese a compiere investimenti nella scienza e nella tecnologia. Questo mi porta a sottolineare un aspetto fondamentale, che del resto un po' il filo conduttore del seminario di oggi: l'importanza di "fare rete", di collegare e far interagire tra loro i diversi attori che rivestono un ruolo centrale per la ricerca, quali gli istituti di istruzione superiore, i centri di ricerca e tecnologici, le istituzioni e le imprese. Vorrei ricordare che quest'aspetto assume una rilevanza particolare nell'ambito della nuova programmazione del Fondo sociale europeo. Il Fondo sociale promuove la ricerca e l'innovazione ed il trasferimento dei risultati ai sistemi produttivi mediante una pi stretta collaborazione tra sistema educativo, della ricerca ed imprenditoriale. Viene incoraggiata la creazione di attivit di rete e di iniziative comuni, cos come il trasferimento di conoscenze, ad esempio tramite il sostegno a start-up o spin off. Un'attenzione particolare rivolta al potenziamento del capitale umano anche nelle regioni dell'obiettivo Convergenza e competitivit regionale, come l'Abruzzo, in un'ottica d'inserimento sostenibile nel mercato del lavoro. Diventer strategico adeguare i sistemi di istruzione e formazione in funzione delle nuove competenze richieste, aumentandone l'utilit rispetto al mercato del lavoro e l'incidenza concreta sullo sviluppo dell'occupazione, in particolare quella qualificata. Il Fondo sociale promuove inoltre l'adattabilit di lavoratori e imprese, aiutandoli ad anticipare il cambiamento economico e ad adattarsi ad esso e rafforzando la capacit imprenditoriale. Mi fermo qui. Ho esposto alcuni aspetti che ritengo importante evidenziare nell'ambito della discussione odierna sul tema del "triangolo" della conoscenza. Sono sicuro che ulteriori spunti di riflessione emergeranno durante la tavola rotonda del pomeriggio. Auguro quindi una buona continuazione dei lavori. Grazie ancora.     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